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Aspettando Go Nagai... "Vita da Cartoni - Cartoons'life"

Dall'introduzione del libro che accompagna il dvd.


Vita da Cartoni - libro + dvd. Ed. Tunué

Gentilissimo Signor Pagot,mi chiamo Elettra Dafne Infante, lavoro come sceneggiatrice e aiuto regista per il cinema e la televisione; Le scrivo perché sto facendo un documentario sui cartoni animati. È un progetto in cui credo molto. Anche perché, se così non fosse, non potrei farlo… Non ho un canale alle spalle, lo sto realizzando per una produzione indipendente.

La voglia è quella di far conoscere questo bellissimo mondo in tutti i suoi aspetti […]

Noi abbiamo avuto dei grandi disegnatori e creativi di cui non si parla mai. […] Ci sono delle storie bellissime, delle metafore straordinarie. Ci sono dei creativi dietro, spesso vengono sottovalutate anche le sigle, eppure c’erano grandi nomi dietro queste sigle […].

Negli anime giapponesi c’è molta attenzione verso le loro radici, la loro cultura, una cosa che noi invece stiamo perdendo. Secondo me parlare di cartoni animati vuol dire parlare di cultura. Io ho 37 anni e oggi lavoro tantissimo per quella televisione di Stato che con tanto orgoglio guardavo da piccola […]. Mi piacerebbe fare qualcosa di divertente ma profondo e importante allo stesso tempo come si faceva una volta, per una tv che oggi, non sempre, ammiro come allora…

Mi sento molto fortunata per aver vissuto certe cose e ho voglia di trasmetterle agli altri. […] ci sono delle frasi che mi hanno tenuto compagnia da piccola e che io non dimenticherò mai e che mi porto dentro da allora, che mi hanno trasmesso dolcezza, tanta allegria e tanto entusiasmo. Per me la determinazione di un draghetto che da grande farà il pompiere sfidando qualsiasi legge della fisica e della natura è qualcosa di un valore inestimabile, che io ho amato moltissimo. Erano anni che volevo rivederlo, faceva parte dei miei ricordi […].

[…] spero che tantissimi ragazzi possano provare emozioni ed essere rapiti dai vostri cartoni come io lo sono stata da quelli dei capostipiti di questa discendenza, e spero che un giorno scrivano ai vostri nipoti per ringraziarvi di aver voluto condividere con noi il vostro mondo incantato, e perché magari… staranno facendo un documentario anche loro!

Mille di questi cento anni!


Elettra Dafne



Questa è una parte dell’e-mail che ho inviato a Marco Pagot all’inizio di quest’avventura. Quando ho intrapreso questo viaggio avevo tanto entusiasmo e tanta voglia di realizzarlo, ma il percorso è stato arduo. Ci ho impiegato molto tempo, un po’ per trovare tutti i contatti e spiegare quale fosse il mio intento e un po’ perché il documentario è nato come produzione indipendente.

Per quanto fossi informata e avessi un archivio personale notevole, è stato comunque un lungo lavoro di ricerca per ricostruire le tappe fondamentali dell’animazione. Sono nata agli inizi degli anni Settanta, nel ’71 per l’esattezza, e ho avuto modo di vivere pienamente due decenni importanti per la musica, per la cultura, per l’umanità. Due decenni in cui il mondo ha visto il susseguirsi di invenzioni, contraddizioni, emancipazione. Due decenni in cui era ancora forte l’eco degli anni Cinquanta con il rock’n’roll, i grandi attori, i musical ed Elvis Presley, e degli anni Sessanta, con il boom economico, la moda e la nascita dei Beatles. La beat generation e la voglia di cambiare il mondo, il nichilismo dei punk e lo slogan «no future» degli anni Settanta. La nascita della disco, il boom dell’elettronica, il glam, la new wave e la no wave, l’ambient music di Brian Eno e il New Romantic di Adam and the Ant e dei Duran Duran e la nascita del videoclip, negli anni Ottanta, a cavallo di un’era in cui la televisione diventava a colori e cresceva. Gli sceneggiati di Rai Uno ed Enzo Tortora; l’invenzione del Walkman e le cassette che riavvolgevamo disperati con una matita quando si allentava il nastro. Il valore delle cose e il concetto di attesa… attesa per un nuovo programma, attesa per l’uscita di un 33 giri, con la paura che si rompesse e di non poter più sentire i nostri brani preferiti; attesa per rivedere le serie che amavamo, che puntualmente sarebbero state replicate all’inizio della stagione invernale successiva… YouTube? Neanche a parlarne! A malapena c’erano i primi videoregistratori, anzi il Super 8, ed era pure un lusso per pochi. Attesa per un film che sapevamo essere uscito al cinema ma al quale non ci avevano portati e che non vedevamo l’ora che passasse in tv. Attesa per rivivere delle emozioni che avevamo vissuto e il cui ricordo ci riempiva il cuore. Per quell’unico giorno alla settimana in cui usciva il nuovo numero della rivista Candy Candy e impazienti ci affacciavamo dal giornalaio già il pomeriggio precedente – chissà che per sbrigarsi con i giri non lo consegnassero prima – per poi divorarlo tutto d’un fiato. Attesa per la lettera che avevamo scritto alla nostra migliore amica per scambiarsi i ricordi dell’estate. Telefonino, sms, Skype? No, Poste! E un’intera notte svegli per assistere in diretta al Live Aid, il primo grande evento musicale in beneficienza, o quella notte che rimasi in piedi per seguire in diretta la Notte degli Oscar e poi scappare a scuola, con la certezza nel cuore su cosa avrei voluto fare da grande. Le figurine, i disegni animati, i telefilm, le sigle… E in mezzo, la mia vita, una vita che ho vissuto sempre in modo intenso e al culmine della passione. Questo documentario nasce dal forte, immenso desiderio di ringraziare tutti quei grandi protagonisti senza i quali oggi non sarei quella che sono: vi ringrazio per aver condiviso con me i vostri sogni e aver dato forma ai miei. Nino e Tony Pagot e le loro creature Calimero e Grisù, serie animate come Candy Candy e Atlas Ufo Robot, sigle come Isotta e Johnny il bassotto… Personaggi che ho amato moltissimo. Persone che oggi ho incontrato e che mi hanno dato ancora molto.


Ai telefilm e ad altri generi televisivi ho personalmente dedicato spazio ed energie in altre sedi. Vita da Cartoni nasce, in particolare, con l’intento di raccontare il mondo dell’animazione in tutti i suoi aspetti, di mostrare il grande lavoro che c’è dietro ogni disegno animato, e la mia gratitudine non va solo alle persone intervistate, ovvero Marco Pagot, Bruno Bozzetto, Franco Migliacci, Maurizio De Angelis e tutti gli altri, ma anche a coloro che notte dopo notte, esperimento dopo esperimento, hanno inventato tutto questo, regalandoci un mondo.

Il documentario che trovate accluso a questo libro è un excursus sull’evoluzione tecnica, storica e artistica di questa forma espressiva attraverso interviste a disegnatori, animatori, produttori, compositori e doppiatori. Da parte sua, il volumetto che avete fra le mani è un accompagnamento al documentario e a esso fa da complemento. Esso è stato scritto a quattro mani dal giornalista Fabio Bartoli e da me. Fabio si è occupato di sistematizzare in modo sintetico e scorrevole una piccola e agile cronistoria critica dell’animazione, funzionale a far da sponda ai contenuti del documentario; io ho ampliato e arricchito per iscritto le interviste agli autori coinvolti nel documentario.

Vita da Cartoni è un piccolo e intenso viaggio audiovisivo lungo la storia del disegno animato, dalle origini a oggi. Dai disegni animati nostrani ai classici americani, agli anime giapponesi: le differenze tra questi mondi, in fondo in fondo, forse, non sono poi così grandi o incomprensibili. Il percorso del documentario inizia con una lanterna magica e un prassinoscopio; con Paolo Di Girolamo, Marco Pagot e Bruno Bozzetto, e con l’ausilio di alcuni altri contributi, vengono ripercorse le origini del disegno animato, nonché le principali differenze che hanno caratterizzato l’animazione nei vari continenti e i diversi modi di affrontare temi, inquadrature e disegni; nella parte centrale del documentario viene dedicato dello spazio alle tecniche di ieri e di oggi, dalla «verticale», macchina da presa con cui si realizzavano le prime animazioni, al lavoro con i computer e il passaggio dagli acetati ai software.

E poi le sigle, i 45 giri, attraverso le parole di Franco Migliacci, paroliere di Nel blu dipinto di blu ma anche di Heidi, Carletto e Lupin; Maurizio De Angelis, storico componente degli Oliver Onions che, insieme al fratello Guido, è stato ed è il protagonista di tantissime sigle, Sandokan, Galaxy, Marco Polo; e Franco Fasano, autore di molte sigle degli anni Novanta e anche di qualche illustre remake. Con loro, in Vita da Cartoni si parla dei film Disney, del binomio musica e immagini e dell’importanza che il suono riveste nella rappresentazione di una storia.

Fra le altre persone intervistate vi sono Mario Cantini, dirigente della Rca per tutto il periodo d’oro delle sigle e non solo, e Douglas Meakin, autore e voce di Candy Candy, Rocky Joe e molti altri brani, che spiegano invece come si lavorava alle sigle e in quanto tempo. Vita da Cartoni contiene inoltre le interviste a due grandi animatori del nostro paese, i già menzionati Bruno Bozzetto e Marco Pagot, con i loro ricordi e la loro esperienza; dello spazio è poi dedicato alla cosidetta «invasione» giapponese, al doppiaggio e alle voci che ci hanno accompagnati nei nostri lunghi pomeriggi invernali, tra un libro di matematica e uno di storia. Fabrizio Mazzotta, Francesca Guadagno, Pietro Ubaldi, Massimo Corizza e Perla Liberatori. Le origini e l’oggi.

E in tutto questo, cent’anni di animazione, per rendere omaggio a delle serie e dei film che oggi guardiamo con affetto e che «qualche anno fa» seguivamo con avidità; serie che hanno accompagnato ogni nostro gesto e ogni nostro giorno, che sono parte importante della nostra crescita perché non ci hanno fatto soltanto sognare, piangere o ridere ma ci hanno formati, anche se troppo spesso si tende a dimenticare quello che ci emozionava da bambini. Il tutto attraverso un documentario autoprodotto e della durata di un’ora circa in cui ho tenuto conto di un ordine cronologico sì, ma che ho cercato di rendere fluido e il meno didascalico possibile. Non può comprendere tutto, va da sé, per ovvi motivi di tempo ma anche di possibilità. È un lavoro indipendente e l’impresa spesso si è rivelata ardua; mi sono documentata, l’ho scritto, ho cercato gli artisti, l’ho prodotto e, con l’ausilio di un paio di colleghi e amici, sono andata in giro a realizzare le interviste a Salerno, Roma, Milano; tentando ogni volta di riuscire a combinare i nostri turni di lavoro o permessi con la loro disponibilità. Lavorando di notte e tutte le volte che potevo. Ma ci credevo. E non ho mollato. Anche quando tra una ripresa e un’altra passavano tre mesi; anche quando, in molti, non mi hanno dato un appuntamento quando cercavo un produttore o un distributore. Ma avevo l’approvazione delle persone alle quali avevo chiesto di farne parte. E questo è stato fondamentale.


Le emozioni sono importanti. Spero che Vita da Cartoni sia soprattutto questo. Io, e molti di voi che state leggendo queste righe, siamo i bambini e gli adolescenti degli anni Ottanta, quelli della «Goldrake-generation». Ma secondo me c’è molto di più. C’è la fortuna di aver vissuto in un periodo in cui c’era voglia di sperimentare e di creatività. «Chi ha rubato la marmellata…? Chi ha scaldato la cassata con il phon…?». Le Mele Verdi, Mitzi Amoroso, Capitan Harlock, il Galaxy Express 999 che sfreccia nella notte su delle rotaie invisibili attraversando l’universo, Supergulp!, Il fantastico Mondo di Paul, Bia, Lamù, i cartoon di Hanna e Barbera, Tom & Jerry, Scooby-Doo e la Misteri & Affini, Walt Disney… C’è il racconto di un’epoca. I ricordi legati alla voce di Willy Moser e alle immagini della rana Kermit e del Muppet Show. E rivedere tutte queste opere è stata un’emozione straordinaria, mi ha restituito quelle sensazioni e quegli odori come se li avessero custoditi per me da allora, in un percorso di vita che libro dopo libro, disco dopo disco, diario dopo diario, tutti riordinati perfettamente nella mia libreria, raccontano la nostra storia.




Elettra Dafne Infante

Roma, marzo 2011



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